PRIMO GIORNO DI SCUOLA: COME PREPARARSI E COSA METTERE NELLO ZAINO.

RIENTRO A SCUOLA

Si avvicina il momento di tornare a scuola, un emozionante occasione per tutti: per i genitori, che non vedono crescere i figli, per i ragazzi, che ritrovano i compagni o iniziano una nuova avventura, per gli insegnanti, che riabbracciano i loro allievi o li incontrano per la prima volta. Ma, cosa portare con sé il primo giorno di scuola e come prepararsi a questo momento ? Ecco i nostri consigli. 

Cosa mettere nello zaino?

Il primo giorno di scuola sarà bene portare con sè:

  1. La documentazione richiesta dalla Scuola, debitamente compilata e firmata (Patto di corresponsabilità, Liberatoria d'immagine, Liberatoria per la pubblicazione delle immagini - fotografie o video, Uscita autonoma alunni), reperibile nel sito d'istituto alla voce MODULISTICA - Modulistica genitori e alunni
  2. Una bottiglietta o borraccia di acqua;
  3. Un astuccio con penne, matita, gomma, temperino e colori;
  4. Un Diario scolastico;
  5.  Un quaderno a righe e uno a quadretti.

Il materiale necessario per ogni disciplina, da portare con sé nei giorni successivi, sarà indicato dai docenti della materia.

Il vademecum della pedagogista.

Federica Ciccanti, pedagogista, pedagogista clinico e mediatrice familiare, ha stilato una serie di consigli per rendere questo nuovo inizio meno faticoso e vivere al meglio il rientro a scuola.

  1. Entusiasmo. Questa è la prima parola chiave, perché i figli percepiscono lo stato d’animo dei genitori, che al contrario, contagiare i ragazzi con il loro entusiasmo. Riprendere le attività scolastiche vuol dire imparare qualcosa di nuovo, incontrare i compagni di classe, conoscere nuove persone e insegnanti, nuovi concetti che sicuramente saranno utili nella vita.
  2. Valorizzare. Non si devono spaventare i ragazzi sui compiti educativi e formativi che li aspettano, ma valorizzare le cose positive che saranno in grado di apprendere e le nuove conoscenze che faranno, come nuovi compagni di classe, o nuovi insegnanti. Su questo aspetto, i genitori dovranno preparare i figli, dedicando loro momenti di ascolto su quelli che possono essere i loro timori, anche sulla paura di non sentirsi adeguati all’incontro con gli altri magari perché non gli piace il loro aspetto fisico.
  3. Dialogo. Spesso, i genitori si preparano al rientro a scuola iper organizzati su tutti i fronti (libri, quaderni, orari dei mezzi, chat di classe, incastro con gli orari della palestra, della scuola di musica…) dimenticandosi il dialogo con i figli e dimenticandosi di quanto quell’organizzazione può togliere il fiato a tutti. Ok all’organizzazione e alla pianificazione, che sono fondamentali per far sì che tutto funzioni con meno imprevisti possibili, ma non dimentichiamoci di parlare con i nostri figli di cosa provano, di cosa li preoccupa, di cosa li può rendere felici, di cosa si aspettano, o di cosa potrebbe farli pensare di fallire.
  4. Favorire l’autonomia. Se stanno per iniziare o per proseguire le medie, i genitori dovrebbero mettere in conto di favorire una maggiore autonomia dei figli. Basta, in modo più o meno graduale, con il “ti aiuto coi compiti”. I tre anni delle medie sono il momento che precede al grande salto che porterà verso le superiori, e come tutti i salti importanti che la vita ci chiede di fare, va preparato e allenato per tempo. Quindi, insegniamo loro a pianificare il tempo dedicato ai compiti, chiediamo loro che rendimento si aspettano (non che rendimento ci aspettiamo noi!), e come vorrebbero impiegare il loro tempo libero.
  5. Sbagliare, si può. Nessun individuo è privo di errori. Nemmeno noi, nemmeno i nostri figli. Sbagliare, infatti, è uno strumento per comprendere come si può fare meglio. I genitori non dovrebbero riparare agli sbagli dei loro ragazzi, ma aiutarli a capire dove hanno sbagliato. Questo atteggiamento è molto più utile dell’intervento diretto del genitore, perché i figli sanno che noi siamo al loro fianco, senza sostituirci a loro. I ragazzi, così, imparano che se la possono cavare da soli, e rafforzano la loro autonomia.
  6. Evitare troppi impegni extra scolastici. Sì alle attività sportive o ad altre attività extrascolastiche che fanno bene a corpo e mente, ma non insistiamo nel volergli far fare a tutti i costi qualcosa che i ragazzi potrebbero percepire come una richiesta di prestazione in più. Questi momenti fuori dalla scuola devono essere prima di tutto un piacere, e non uno spazio da riempire. Il rischio è quello che i ragazzi abbandonino queste attività, aumentando il senso di frustrazione e di inadeguatezza che già possono provare per altro. Insomma, ascoltiamo i loro bisogni.
  7. Confronto. Questa è un’altra parola chiave da tenere a mente. Il confronto non deve mai essere intriso di giudizi, e prima di tutto richiede ascolto dell’altro. L'adoloscenza, come sappiamo, è un momento estremamente delicato, perché è qui che emerge il bisogno di appartenenza al gruppo dei pari, è ora che sentono il bisogno di sentirsi uguali agli altri ma allo stesso tempo diversi. Spieghiamo loro che la diversità è una ricchezza, e valorizziamo le peculiarità dei figli.
  8. Dare regole. I figli hanno bisogno di sapere che noi ci siamo e che li sosterremo, che saremo lì quando faranno errori, che li aiuteremo a comprendere dove hanno sbagliato. Hanno bisogno di avere un porto sicuro, in sostanza. Dare regole, in base all’età del figlio nella gestione dei compiti e dire dei no al momento opportuno, li aiuta nel loro percorso verso una sana autonomia

Vi aspettiamo con gioia, buon inizio e buon rientro scolastico!